fine democrazia
così almeno come ce l´hanno presentata o, quantomeno, come l´abbiamo concepita e finora vissuta, la democrazia non esiste più. Quanto abbiamo creduto contenesse non è stato riscontrato. E’ vero, schiavi e despota non ci sono più - per modo di dire - sempre che tv, informatizzazione, burocrazia e capitalismo non li abbiano egregiamente sostituiti. Corruzione materiale e morale hanno cariato le fondamenta del grande sogno egualitario. (Gli anarchici lo sapevano da mo’). L´incastellatura d’apparenza che ancora regge è abitata dalla politica commerciale che ha come ideali - bene che vada - un progresso legato al Pil e una curva verso l´alto che vorrebbe dimostrare un benessere strettamente vincolato all’accumulo.  Ma c’è un procedere che si avvale del sentire in sede del più rinomato sapere. L’epoca razionalistica, eleggendo a supremo e a dogma la sua verità tecnologica e scientista, sta mostrando il suo inumano limite. Come dice Bauman, nella sua società liquida le appartenenze corrispondono ad interessi sempre più di alta frequenza cioè, edonistici, materialistici, commerciali e di potere. Cioè a dire che i valori “prepolitici” di Massimo Fini non fanno più definitivamente testo, non sono più costituenti della nostra cultura. La democrazia è finita perché inumana da un lato, in quanto prodotto di una concezione razionalistica dell’uomo e anche perché la sua nuce sentimentale, cioè il suo bisogno di lealtà non è più nei nostri opulenti corpi. Ma gli uomini non sono ratione sono sentimenti, carne ed estetica. Da lì creano il razionale, non viceversa.  In questo spazio qualche spunto per dare voce ai nostalgici di umanesimo. 
 
21.Stirner, Grillo e il Cigno 071113

interessante ascoltare Giannini. È un po´ come sentire chi rimpiange la giovinezza convinto che nelle sue parole ci sia il segreto per recuperarla.

Giannini basterebbe ricordasse Stirner per comprendere che quanto accade nel Pd è del tutto previsto da chi ha riconosciuto la natura delle ideologie ma anche quelle dell´uomo. Stirner ci faceva presente che nessuna ideologia riuscirà a previaricare l´interesse personale. È una considerazione di alto cinismo e richiama uno scenario dove l´uomo non appare idoneo a realizzare nessuna delle sue nobili dichiarazioni. Ma è anche una ordinaria osservazione di chi riesce a distinguere le dichiarazioni dai fatti. Dunque il Pd, portatore di storia e responsabilità che hanno coinvolto letteralmente mezzo mondo e più è - una volta di più - alla resa dei conti. Nel vuoto che esprimono non hanno nulla di cui riempirlo. Giannini pare semplicemente ignorarlo.

Giannini non perde però opportunità per accennare ai 5Stelle. Li richiama a proposito degli scontrini e delle ricevute. Dice che sono stati gli unici argomenti di cui si sono occupati. Lo dice per far intendere che non si sono interessati ai problemi veri, alla disoccupazione, per esempio. Ma come non vede che il Pd è un vuoto contenitore di spicciole meschinità portato avanti dall´ultima inerzia di una storica e nobile ma agonizzante galoppata ideologica, così non si avvede che la politica dei 5S è quella del capitolo dopo di quello che lui sta leggendo. Nel capitolo dopo c´è scritto che ogni azioni dedicata a sostenere l´attuale struttura politico-culturale è iniziativa deprecabile. Dedicarsi al morto mentre un nuovo parto è in corso non è consigliabile. C´arriverà mai Giannini al capitolo dopo?

Difficile. Il treno è in corsa. Il macchinista dorme. L´abisso è ormai lì - per alcuni il salto è già spiccato -. E che fa Giannini? Si preoccupa che la burocrazia non uccida la democrazia. A me, ma non solo, pare un fatto già accaduto e assodato da tempo. Peraltro, anche di questo tratta il capitolo dopo. Dà per scontato che la burocrazia sia tumorale al sistema. Propone formule che oggi non ne fanno ancora parte. Propone un altro sistema. Un´altra cultura.

Vabbè, ognuno ha diritto alla propria posizione, la sua biografia lo obbliga lì. Resta da misurare quanto non siano proprio personaggi come Giannini ad alimentare quell´humus ormai tossico nel quale il fidato, ma ormai snaturato e vuoto Pd, non ha più neppure l´ultima forza del cigno. 

Giannini, Stirner, Grillo e il Cigno 


 

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