ToFeelNotToKnow è una ricerca per una cultura fondata sulla consapevolezza che siamo elementi di un solo organismo;
che siamo la Terra e il Cosmo;
che l’altro è un noi in tempo e modo differente, cioè che l’altro siamo noi;
che se i nasi e la pelle sono differenti, non lo sono sentimenti che ci muovono;
che il credito che abbiamo dato ai saperi ci ha allontanato dal sentire;
che il sentire è un modo di conoscenza;
che l’accredito assoluto nella tecnologia ci tiene lontani dalle nostre potenzialità;
che dal volume della realtà possiamo estrarre le migliori scelte per noi solo assumendo la responsabilità di tutta la realtà stessa;
che identificarsi con i giudizi che esprimiamo, riduce il volume della realtà e aumenta la nostra vulnerabilità;
che quando ci identifichiamo in un giudizio fermiamo il divenire come in un frame di realtà;
che valorizza la verità del sentire;
che ridimensiona quella del capire;
che impariamo solo ciò che crediamo di essere;
che ogni identificazione con l’io che pensiamo di essere, con le idee, i giudizi, tende a produrre conflitti;
che i conflitti producono tossine, malesseri e malattie;
che il corpo informa più di quanto si sospetti;
che parlare di spiritualità non significa altro che dirigerci verso la strada più idonea alla nostra creatività, soddisfazione, realizzazione;
che il tempo è circolare;
che è soprattutto relativo alle emozioni;
che i grandi numeri comportano dinamiche sconosciute ai piccoli;
che l’esperienza non è trasmissibile;
che per andare oltre la storia che conosciamo e critichiamo la sola rivoluzione è individuale;
che tornare a sentire la Terra è necessario;
che ogni ecologia ha da essere fondata sul rispetto degli esseri senzienti per il loro bene non per i nostri interessi;
che la realtà non è data ma creata;
che l’esplorazione del mondo non è di solo per pro e contro ma anche di ascolto e empatia;
che non c’è nessuna pace senza amore;
che siamo indotti ad identificare la verità solo se questa è razionalmente riconoscibile e misurabile;
che la realtà è nella relazione;
che non si tratta di insegnare nulla a nessuno in quanto il sentire è già nostro patrimonio;
che l’ovvio e l’oggettivo sono posizioni preoccupanti;
che essere in relazione con l’ambiente alza la sicurezza più che crederla residente nel rispetto delle regole;
che l’armonia è l’ago più idoneo a darci risposte;
che un uomo creativo esprime il divino più di quanto possa fare l’uomo ripetitivo;
che l’autoreferenzialità che sostiene i nostri ego ci dà valore nel piccolo ambito delle cose e ne toglie alla nostra evoluzione;
che con il modo della relazione si accede ai saperi e al talento che già abbiamo;
che muoversi assicurati su tutto riduce la nostre potenzialità creative;
che possiamo essere la cosa che stiamo facendo;
che il passato e il futuro sono pensieri che ci allontanano dal qui ed ora, il solo luogo della bellezza.