Gli Skiantos, Freak Antoni, sono morti. 

Cos’hanno lasciato? 

Il rock demenziale? 

No.

Ben di più, incommensurabilmente di più. Hanno lasciato detto che l’autoreferenzialità è cosa da cui guardarsi.

Prendersi sul serio è il problema nr. 1 per ripetere la storia. Cioè  per trovare ragione alla propria legittimata autoreferenzialità.

Questo è il messaggio. 

Non è stato l’unico a metterlo nella bottiglia. I saggi ci sono sempre stati. L’alba di un uomo fondato sulla creazione in sostituzione di quello tramontato e alimentato dalla ripetizione deve ancora mostrarsi. 

Freak e gli Skiantos non bastano ad alzare quel nuovo sole. Non sono bastati gli esoterici, gli alchimisti, gli astrologi, certi filosofi, ci si chiede se basterà la fisica quantica.

La loro contestazione ironica e caricata, come espressione particolare non ha potuto diventare generale, non ha aggiornato la storia.

Se fossero riusciti ad emancipare il mondo attraverso la presa di coscienza che l’autoreferenzialità sia una catena non un vanto, sarebbero poi riusciti ad essere ancora critici? A non creare nuovi poteri? A non difendere la posizione acquisita? Quindi a non impiegare ciò che avevano sconfitto? A evitare di divenire autoreferenziali? 

Più no che si. 

Le avanguardie sono fisiologiche al sistema. Da sole non possono germinare, se diventano storia perdono il loro carattere e danno motivo ad altro ad emergere. Hanno bisogno della storia, dell’autoreferenzialità come l’aria. È da lì che nascono. 

Viene in mente Stirner. “Gli interessi individuali saranno sempre più potenti di quelli ideologici”. 

È questo il motivo per cui la storia è l’unica verità nonostante e grazie a Freak e agli Skiantos. 

 

È legittimando lei, non contestandola, che possiamo dare dignità a ciò che detestiamo. Il miglior sistema per evolvere. 

 

 

Fernando Pessoa