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PER PASSIONE - una storia dell´alpinismo 
 
02.guardami, fammi ciao

Se l’alpinismo è salire l’unità di misura più grande, il bouldering, scala la più piccola.
Se alpinismo e bouldering possono stare nella stessa frase, se il linguaggio può metterli insieme, si può dire che abbiano un legame più stretto di quanto non dica lo stile di chi li pratica, i luoghi, le quote, le età, le mentalità.
Distinguo opinabili e aleatori che comunque non intaccano il filo, seppur sottile, che li tiene legati.
 
Se originariamente alpinismo era necessariamente ardimento, poi sprezzo del pericolo, fino alla valorizzazione della morte, il tempo ha sciolto la dimensione ideologico trascendentale della montagna e di chi ci andava. 
 
La valorizzazione delle strutture più basse e minori avvenuta in corrispondenza dei movimenti giovanili a partire dagli anni 50 negli Stati Uniti e negli anni 70 nelle Alpi, seguita poi dall’affermazione dell’arrampicata sportiva, dove definitivamente si saliva per la difficoltà e non più per la vetta, ha segnato il percorso fino al bouldering.
C’era già ma era allenatorio. Ora è sostanziale.
 
Guardami, fammi ciao, è dedicato a raccontare un aspetto tra quelli che distinguono, almeno in parte, alpinismo e bouldering. Il rischio d’inconveniente.
Le preoccupazioni di una madre sono cambiate. Il timore di prima è sostituito dalla soddisfazione di adesso.
 

 

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