09.compatrioti

150812. pubblico dall´Uzbekistan un articolo dedicato ad una spiacevole e grave vicenda accaduta in Afghanistan. Ho aspettato di uscire dal paese per evitare ritorsioni ed abusi di potere, visto che oltre ad aver dimostrato d´esserne capaci, non hanno però mostrato di avere consapevolezza delle sue implicazioni né di sentirsi in dovere di scusarsi o soltanto di fornire spiegazioni.
 
Qualche riga a presentazione di una vicenda e del suo risvolto umano.
 

“Sarebbe probabilmente meglio tacere: dell’Ambasciata potrai avere bisogno in qualunque momento. E se passi in Afghanistan o da Kabul il rischio di avercene a che fare non è basso.”

Ma il mio concetto di normalità è un altro e mi spinge fino oltre il punto entro il quale si riesce ad ingoiare. Il mio concetto di normalità interessa le dinamiche e le relazioni, più che gli aspetti tecnici e di puro interesse. É più umano e meno impersonale. 

Mi spinge a credere che, se davanti ad una cosa così, non dici nulla in nome del “rispetto - o timore - istituzionale”, tendi ad alimentare e mantenere le stesse dinamiche che stai denunciando. Certo a volte è meglio tacere, ma solo finché non sei consapevole di cosa significa, di cosa comporta quel silenzio. Ma tacere mantiene lo stato delle cose, di tutte quelle cose che fin qui ti hanno fatto piangere, ti hanno fatto paura, ti hanno fatto soffrire.

Il mio normalmente arriva a considerare l’individuo come qualcosa di sacro non più come un elemento minore all’istituzione. É questa modifica di normalità che spinge in su il mio normalmente nonostante qualcuno lo voglia affogare. E se così non si volesse essere d’accordo, bene! Ma allora parliamo di fondamentalismo burocratico, non di trasparenza e quindi di democrazia.


 

Se invece davanti a una cosa così, tu, che non sei nessuno e che sei di fronte ad un’istituzione, mostri di avere e soprattutto di rispettare un altro concetto di normalità, rischi di innescare una modifica nelle dinamiche tra istituzione ed individuo. Una modifica che tende ad una maggior trasparenza, ad un reciproco rispetto. Una modifica dove un funzionario, qualunque sia il suo rango, non può più - per sua volontà e consapevolezza - nascondersi dietro il paravento dell’istituzione che rappresenta. A quel punto la realtà che vivremo sarà un’altra. Inshallah.

 

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